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Sanremo: Shorty, il rap cura per depressione e dislessia

Sanremo

Sanremo: Shorty, il rap cura per depressione e dislessia

In gara tre le Nuove Proposte con il brano Regina

ROMA, 06 febbraio 2021, 12:56

Redazione ANSA

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Non sono solo i suoi lunghi ricci sbarazzini ad attirare l'attenzione, ma soprattutto una consapevolezza di sé non comune, di certo aiutata dalla meditazione che pratica da qualche anno e da uno sguardo e da una mente aperti verso il mondo che lo circonda. Davide Shorty è uno degli otto giovani artisti in gara con il brano Regina tra le Nuove Proposte al Festival di Sanremo, che dopo qualche incertezza è stato confermato dal 2 al 6 marzo, pur se senza pubblico e tra stringenti misure di sicurezza. Un festival blindato, che non ha mancato di accendere qualche polemica. "La musica come spettacolo deve andare avanti, anche in questo momento critico. Non sarà facile esibirsi in una sala vuota e non poter avere nessun contatto umano, ma Sanremo è un pezzo di storia d'Italia e poi il nostro settore merita di essere trattato con dignità. Abbiamo una grande responsabilità", sostiene il 31enne Shorty (nome d'arte dal cognome Sciortino) che si dice d'accordo con chi chiede la riapertura dei teatri.
    "Tra chi decide, servirebbero persone più competenti e una considerazioni diversa di chi è artista", aggiunge lui, che da una decina di anni si è trasferito a Londra ed ha uno sguardo disincantato sull'Italia.
    Shorty non è certo un debuttante. Il suo nome circola già da un po' e nel 2015 arrivò terzo a X Factor, ottenendo un discreto successo (e pubblicando l'anno successivo il suo primo vero album, Straniero, cui seguono con il collettivo torinese dei Funk Shui Project nel 2018 Terapia di Gruppo e nel 2019 La Soluzione). Ora riparte da Sanremo. "Né una sconfitta, né una rivincita. X Factor è stata una parentesi che ha avuto un contraccolpo pesante su di me. Mi ha stroncato, ma allo stesso tempo mi ha fatto capire che quel mondo non faceva per me, un mondo in cui il contorno è più importante del cuore delle cose.
    Indossavo panni non miei, ora ho cucito un vestito che mi calza a pennello. Ho imparato a volermi bene". Davide Shorty non nasconde anche un periodo di depressione seguito al talent. Un anno e mezzo circa di buio. "Non me ne vergogno, può accadere a tutti e bisogna essere in grado di prendere provvedimenti per uscire dal loop di incertezze e insicurezze in cui si finisce".
   
   

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