Scatta da lunedì l'annunciata
stretta ai confini britannici - per chi è autorizzato a
viaggiare o a rientrare sull'isola in lockdown giustificandone
l'esigenza - deciso dal governo di Boris Johnson per limitare il
rischio d'importare le più temute nuove varianti del Covid. E il
sito governativo si prepara a mettere a disposizione dei
viaggiatori pacchetti da 210 sterline l'uno per prenotare i test
prescritti dalle norme aggiornate.
Il giro di vite - che qualcuno a Westminster vorrebbe
addirittura più draconiano - prevede per chi rientra nel Regno
da 33 Paesi (Sudafrica, Brasile, Portogallo e vari stati
sudamericani e africani) una quarantena sorvegliata
precauzionale in strutture alberghiere ad hoc a un costo di 1710
sterline (per vitto, alloggio, trasposto) a carico dell'utente:
cifra che ha indotto alcuni cittadini britannici che si
dichiarano non in condizione di pagare a denunciare il rischio
di restare bloccati e non poter tornare per ora in patria.
Mentre per tutti gli altri viaggiatori in arrivo da qualunque
Paese (Italia compresa) conferma l'obbligo dell'autoisolamento
domiciliare di 10 giorni e di un tampone Covid negativo
certificato entro 72 ore prima della partenza, ma con la novità
dell'obbligo ulteriore di ancora due test da sostenere a proprie
spese dopo l'ingresso nel Regno, al secondo e all'ottavo giorno
della quarantena: in modo da consentire al servizio sanitario
britannico di condurre esami sul genoma ed identificare con
precisione eventuali caso di contagio con varianti del virus.
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