Come avevano fatto già in
precedenza davanti agli inquirenti, hanno scelto ancora di non
rispondere alle domande, questa volta del gip di Macerata
Giovanni Maria Manzoni, Arianna Orazi, 49 anni, e il figlio Enea
Simonetti, 20 anni. Entrambi sono stati arrestati il 12 febbraio
scorso con l'accusa di aver concorso nell'omicidio premeditato
pluriaggravato (minorata difesa) di Rosina Carsetti, 78enni,
madre di Arianna e nonna delle 20enne, in concorso con il marito
di lei Enrico Orazi, 79 anni, indagato in libertà. L'anziana era
stata strozzata in casa tra le 17 e le 17.20 della scorsa
vigilia di Natale.
I familiari avevano raccontato di una rapina finita in
tragedia commessa da un rapinatore solitario, poi scappato;
l'accusa non ha mai creduto a questa versione dei fatti e, tra
ammissioni parziali del giovane, intercettazioni e altri
accertamenti tecnici, ha chiesto e ottenuto le misure cautelari
per due dei tre indagati accusati anche di simulazione di reato,
maltrattamenti e di estorsione. Dietro l'omicidio, sostiene
l'accusa, una difficile convivenza tra Rosina, che il 19
dicembre aveva anche chiesto aiuto a un centro anti-violenza, e
gli altri familiari, rapporti deteriorati anche per motivi
economici.
Per l'interrogatorio di garanzia, la Orazi, ora in carcere a
Villa Fastiggi di Pesaro, è stata portata in Tribunale a
Macerata. Assistita dai propri legali, si è avvalsa della
facoltà di non rispondere. Stessa scelta da parte del figlio
che, in videocollegamento dal carcere di Montacuto (Ancona), è
rimasto anche lui in silenzio. Enrico Orazi, non sottoposto a
misure cautelari, si trova invece in un albergo. La villetta di
via Pertini, luogo del delitto, è ancora sotto sequestro.
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