Leon Vitali, uno degli attori di
"Barry Lyndon" che divenne tra i piu' stretti collaboratori di
Stanley Kubrick, e' morto a Los Angeles a 74 anni. Lo ha
annunciato la famiglia.
Un documentario del 2017, "Filmworker", ha gettato luce sul
ruolo avuto da Vitali nel lavoro di Kubrick. Leon fece da
braccio destro al regista in film come "The Shining" e "Eyes
Wide Shut", selezionando il cast, lavorando con gli attori e
sovraintendendo ai restauri delle pellicole dopo la morte del
regista. Era un rapporto strettissimo: a un certo punto Vitali
installo' una videocamera in modo che Kubrick potesse tenere
d'occhio sul suo gatto morente.
Da attore aveva debuttato in un film italiano, "Super Bitch" con
la regia del direttore della cinematografia di Sergio Leone,
Massimo Dallamano, poi nel film per la tv "Catholics" con Martin
Sheen e Michael Gambon. Con Kubrick aveva cominciato a lavorare
nel 1974 nella parte di Lord Bullingdon, il genero del
personaggio interpretato da Ryan O'Neal che aveva dato il nome
al film. Era rimasto ammaliato dalla personalita' e dal modo di
lavorare del regista al punto di decidere di abbandonare il
mestiere di attore per fargli da assistente nei successivi due
decenni. Cruciale fu il suo impegno in "The Shining": fu lui a
scegliere il bambino di quattro anni Danny Lloyd per il ruolo di
Danny Torrance (il figlio con poteri paranormali di Jack
Nicholson e Shelley Duvall) e Louise and Lisa Burns come le
inquietanti gemelle Grady (citando Diane Arbus come fonte di
ispirazione).
Dopo quel classico dell'orrore, Kubrick e Vitali avevano
lavorato assieme in "Full Metal Jacket" e in "Eyes Wide Shut"
del 1999, l'ultimo film del regista, in cui Leon era tornato a
recitare nella parte di Red Cloak, il leader della misteriosa
setta in cui si infiltra Tom Cruise.
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