Un'altra giovane vittima di
violenza sessuale è morta in India, a distanza di appena una
settimana dal ritrovamento dei corpi impiccati a un albero delle
due sorelle rapite e violentate. La vittima, questa volta, è una
sedicenne, morta ieri sera in ospedale a Lucknow, la capitale
dello stato dell'Uttar Pradesh, dove era stata ricoverata in fin
di vita, dopo essere stata violentata e data alle fiamme.
La polizia ha diffuso la notizia oggi, facendo sapere che due
presunti colpevoli sono già stati arrestati. Questo ennesimo
episodio, che risale a due giorni fa, era stato tenuto nascosto
per non alimentare la tensione già alta in Uttar Pradesh dove,
dopo la morte delle due sorelle, ci sono state forti proteste e
manifestazioni per chiedere protezione e sicurezza per le donne.
Ancora una volta, infatti, la violenza è stata perpetrata
nello Stato più popoloso dell'intera India e col più alto tasso
di criminalità. E, ancora una volta, la vittima apparteneva alla
casta dei Dalit, ritenuta la più bassa nella persistente scala
sociale dell'induismo. Un ampio gruppo di agenti di polizia è
stato dispiegato per proteggere la famiglia della vittima: in
passato, in occasione analoghe, i parenti sono stati minacciati
o hanno subito gravi ritorsioni per avere "osato denunciare"
l'accaduto.
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