Pace, dialogo, fratellanza. Sono
questi i temi delle prime parole pronunciate da Papa Francesco
in Bahrein. Ma anche rispetto dei diritti umani e condanna della
pena di morte in un Paese in cui invece vige la pena capitale.
Papa Francesco, nel primo discorso al Palazzo reale di Awali,
ha anche messo in guardia da populismi e imperialismi. "Si può e
si deve convivere nel nostro mondo, diventato da decenni un
villaggio globale nel quale, data per scontata la
globalizzazione, è ancora per molti versi sconosciuto 'lo
spirito del villaggio': l'ospitalità, la ricerca dell'altro, la
fraternità. Al contrario - ha detto il Papa nel primo incontro
in Bahrein -, assistiamo con preoccupazione alla crescita, su
larga scala, dell'indifferenza e del sospetto reciproco, al
dilatarsi di rivalità e contrapposizioni che si speravano
superate, a populismi, estremismi e imperialismi che mettono a
repentaglio la sicurezza di tutti".
Poi a sorpresa un monito contro la pena di morte: "Penso
anzitutto al diritto alla vita, alla necessità di garantirlo
sempre, anche nei riguardi di chi viene punito, la cui esistenza
non può essere eliminata". E poi ha chiesto che "non vi siano
discriminazioni e i diritti umani fondamentali non vengano
violati, ma promossi".
In un momento in cui i conflitti dilagano in Europa e in
molti altri Paesi del mondo, il Papa ha definito la guerra "una
realtà mostruosa e insensata" e ha implorato affinché "ovunque"
tacciano le armi. Papa Francesco lancia dunque un nuovo appello:
"Rifiutiamo la logica delle armi e invertiamo la rotta,
tramutando le ingenti spese militari in investimenti per
combattere la fame, la mancanza di cure sanitarie e di
istruzione". Ha allora rivolto "un pensiero speciale e accorato
allo Yemen, martoriato da una guerra dimenticata che, come ogni
guerra, non porta a nessuna vittoria, ma solo a cocenti
sconfitte per tutti".
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