"L'Africa attende l'Europa e
l'Italia, ma in un'ottica di collaborazione e non predatoria":
lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani,
intervenuto stamattina all'assemblea pubblica 'Il ritmo
dell'Africa e la strategia del Medio Oriente' organizzato da
Assafrica & Mediterraneo nella sede romana di Confindustria.
Auspicando un rafforzamento del ruolo delle ambasciate, il
ministro ha parlato di interscambio bilaterale commerciale, con
viaggi legati alla politica industriale "per vedere quali sono i
settori dov'è necessaria una presenza italiana. Organizzeremo il
numero maggiore di missioni", ha annunciato parlando
dell'importanza della stabilità dell'Africa, "un continente che
nel 2025 avrà tra 2 miliardi e mezzo e tre miliardi di abitanti"
i quali migreranno "se non ci saranno soluzioni ai problemi".
Tajani ha detto di puntare "all'internazionalizzazione delle
nostre imprese, per realizzare joint venture insieme al
ministero del Made in Italy. Abbiamo bisogno di materie prime",
ha ricordato facendo riferimento al litio, il cui prezzo "è
deciso dalla Cina". Si può dunque "lavorare con l'Africa per
l'estrazione" e trasformazione nel continente con manodopera
locale, per poi procedere ad acquisti "a prezzi di mercato".
"Vogliamo contribuire alla formazione di una moderna classe
dirigente africana che possa apprendere il nostro know how,
utilizzandolo nel Paese di origine", ha aggiunto il ministro
citando il progetto di borse di studio universitarie - anche
telematiche - date ai migliori studenti africani per consentire
loro di studiare in Italia. Al Niger sono state già date "dieci
borse di studio telematiche, ma siamo pronti a farlo con tutti
per favorire la crescita", ha concluso.
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