(di Michele Esposito) Un trionfo netto,
nettissimo, che segna 'un prima e un dopo' nella politica
italiana. Il No alla riforma stravince con il 60% delle
preferenze e travolge Matteo Renzi e il suo esecutivo: "il mio
governo finisce qui, vado via senza rimorsi", annuncia il
presidente del Consiglio in una conferenza stampa a Palazzo
Chigi dove parla di "sconfitta netta" e afferma che nel giro di
una manciata d'ore consegnerà le sue dimissioni irrevocabili al
presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Di tutt'altro
tenore la reazione del fronte del No, unito idealmente da un
lungo boato di esultanza.
E' una notte drammatica per il governo Renzi e per il Pd.
Una notte che comincia malissimo con i primi exit poll che non
lasciano spazio alle illusioni dando il Sì a percentuali che non
superano il 46%. La forbice, con il passare delle ore, si
allarga, con il No che supera il 59% e il Sì fermo a poco più
del 40%. Dati ai quali va accompagnato quello dell'alta
affluenza, che si attesta al 69%. Lega e Forza Italia, già nei
minuti successivi alla chiusura dei seggi, chiedono le
dimissioni del premier. "E' la vittoria del popolo contro i
poteri forti di tre quarti del mondo", esulta il leader leghista
Matteo Salvini laddove il capogruppo FI Renato Brunetta attacca:
"per Renzi è 'game over'". "Sono commosso e orgoglioso", esulta
Alessandro Pace dalla sede dei Comitati del No mentre il
vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini annuncia, per martedì, la
direzione di un partito nel quale oggi la minoranza si prende la
sua rivincita: "eravamo nel giusto", sottolinea Roberto
Speranza.
Poi, poco dopo la mezzanotte - e dopo aver sentito il capo dello
Stato - tocca a Renzi assumersi le responsabilità della
sconfitta. "È stata una festa in un contesto in cui tanti
cittadini si sono avvicinati alla Costituzionale", sottolinea il
premier rivendicando l'azione riformatrice del suo governo
citando leggi come quella sulle unioni civili o sul 'dopo di
noi' e annunciando, allo stesso tempo, la fine del suo
esecutivo. "Volevo tagliare poltrone, non ce l'ho fatta. La
poltrona che salta è la mia", afferma Renzi ringraziando, con
voce rotta dalla commozione, la moglie Agnese e i suoi figli e
assicurando che il governo dimissionario si impegnerà comunque
per completare l'iter della legge di bilancio e nell'assistenza
alle popolazioni terremotate. E, in ogni caso, "l'Italia può
contare sulla guida autorevole e salda di Mattarella", sono le
parole del premier che poi si rivolge al fronte del No in chiave
post-Italicum: "a voi onori e oneri, tocca a voi fare una
proposta sulla legge elettorale". Una proposta sulla quale anche
il M5S dovrà dire la sua. "Ha vinto la democrazia, addio Renzi",
scrive Beppe Grillo dal blog dove annuncia: "Dalla prossima
settimana inizieremo a votare online il programma di governo e
in seguito la squadra di governo". E netto è il commento del
candidato premier 'in pectore' del M5S, Luigi Di Maio: "l'uomo
solo al comando non esiste più". E mentre anche il leader di Ap,
Angelino Alfano si congeda con un tweet ("abbiamo giocato una
bella partita e l'abbiamo persa"), da domani, sarà il Quirinale
a fare le sue valutazioni. Con un obiettivo, innanzitutto: far
uscire il prima possibile il Paese dal cono d'incertezza in cui
stanotte è precipitato.
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