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75 anni di vertici tesi fra Washington e Mosca

75 anni di vertici tesi fra Washington e Mosca

Dall'alleanza alla Guerra Fredda,dalla distensione alla rivalità

16 luglio 2018, 13:27

Redazione ANSA

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28 novembre 1943 Stalin con Roosevelt © ANSA/AP

28 novembre 1943 Stalin con Roosevelt © ANSA/AP
28 novembre 1943 Stalin con Roosevelt © ANSA/AP

 In Russia fra le bancarelle sono già comparse le 'matrioske' in edizione speciale Helsinki, dipinte con Trump e Putin insieme. Ma l'atteso vertice di domani fra il presidente Usa e quello russo nella capitale finlandese, fra divergenze su Siria e Ucraina, sanzioni, Russiagate e Novichok, si presenta come uno dei più tesi della storia dei rapporti fra le due superpotenze, compresa la Guerra Fredda.

* LA GUERRA E YALTA, DA ALLEATI A 'NEMICI' - I tre vertici fra i Tre grandi (Usa-Gb-Urss) conoscono una progressiva escalation: dal coordinamento fra alleati, novembre 1943 a Teheran, in meno di due anni si arriva a Yalta, Crimea, nel febbraio 1945, quando l'avanzata delle truppe sovietiche verso Berlino e il cuore dell'Europa comincia a preoccupare i due alleati di STALIN: Franklin ROOSEVELT e Winston Churchill. Nel terzo dei tre grandi vertici bellici a Potsdam, agosto 1945, l'Est Europa è sotto il tallone di Mosca e la distanza fra Stalin e Harry TRUMAN, successore di Roosevelt, diventa abissale, congelando il mondo in due blocchi.

* GLI ANNI DEL GRANDE GELO - I primi anni del Dopoguerra sono quelli della Cortina di Ferro, della corsa alla supremazia nucleare, della Guerra in Corea. Per 14 anni i leader delle sue superpotenze non si incontrano. Bisogna attendere che il successore di Stalin, Nikita KRUSCIOV, divenga il primo leader sovietico a recarsi in territorio Usa nel vertice di Camp David, 15 settembre 1959, con Dwight EISENHOWER: incontro che dà l'illusione di rompere il ghiaccio. Spirito che si protrae fino all'incontro Krusciov-KENNEDY a Vienna, giugno 1961. Il presidente Usa, che vuole un accordo per la fine dell'escalation atomica, ha l'impressione di essere beffato da un leader più navigato di lui. La divisione della Germania e la disfatta alla Baia dei Porci sono un muro invalicabile. Due anni dopo, la Crisi dei missili a Cuba porta sull'orlo del conflitto.

* GLI ANNI '70 E L'INIZIO DELLA DISTENSIONE - La Guerra Fredda continua per oltre 20 anni, ma fra 1970 e 1974, malgrado l'infuriare della Guerra in Vietnam, Richard NIXON e Leonid BREZHNEV si vedono due volte a Mosca e una a Washington e portano a casa due accordi sul nucleare. La distensione è iniziata, l'incubo atomico conosce una tregua, si apre quella che Nixon definisce un'epoca di "grandi speranze".

* GLI ANNI '80, LA FINE DELLA GUERRA FREDDA - Nel decennio successivo l'intransigenza dell'America di Ronald REAGAN e dell'alleata Margaret Thatcher e la contestuale apertura dell'Urss di Mikhail GORBACIOV portano allo storico vertice di Reykjavik, in Islanda, nell'ottobre 1986, dove all'equilibrio del terrore nucleare si sostituisce la fiducia personale fra i due leader. Un anno dopo vengono firmati i trattati che mettono fine alla Guerra Fredda. La caduta dell'Urss e del muro di Berlino aprono la strada a un mondo diverso. Boris ELTSIN vede varie volte sia GEORGE HW BUSH che Bill CLINTON: i rapporti sono ormai 'normalizzati'.

* GLI ANNI 2000, SI RIACCENDE LA TENSIONE - La tensione riparte quando la Nato arriva ai confini della Russia, governata da un Vladimir PUTIN determinato a restituire al suo Paese lo status di superpotenza. Almeno tre gli incontri fra GEORGE W BUSH e Vladimir Putin. Ma con l'arrivo alla Casa Bianca di Barack OBAMA i rapporti sono esacerbati, soprattutto su Ucraina e Siria. Nessun vertice fra i due, solo incontri 'a margine', come al G20 2016 in Cina. Domani a Helsinki, TRUMP dovrà chiarire anche la spinosa faccenda delle presunte interferenze di Mosca nelle elezioni americane. E lo farà in un luogo che aveva già visto, 43 anni fa, il summit del 1975 fra Gerald FORD e Brezhnev, nel 1990 fra Bush Sr. e Gorbaciov, e fra Clinton e Eltsin nel 1997.

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