Il Toro rampante e in grande spolvero medita il colpaccio domenica su un Milan azzoppato e in crisi di identità. In palio il quarto posto Champions alla cui volata si iscrivono con giustificate ambizione la splendida Atalanta di Gasperini e la rinfrancata Roma di Ranieri. E fra le quattro a rinvenire agguerrita c'è la sorpresa Torino del burbero Mazzarri.
Sarà la sfida del gol tra Belotti e Piatek a infiammare lo stadio, ma anche quella tra i portieri azzurri Sirigu e Donnarumma. I granata si giocano a domicilio il primo ritorno in Europa dopo cinque anni (il secondo dopo 26) prima coi rossoneri e poi nel derby con una Juve ormai scudettata. Mazzarri ha una squadra affidabile, irriducibile, con un mix di esperienza e gioventù, che ha raggiunto il record di punti e che per la prima volta può battersi per la Champions. Il Milan sembra ormai in caduta libera: il successo di rigore sulla Lazio ha mascherato il lungo declino essendo stata l'unica gioia in mezzo a quattro sconfitte e due pareggi. Poi è venuta la rivincita laziale in Coppa Italia, il doloroso ko a San Siro che scuote la panchina di Gattuso.
Una fermata a Torino può avere effetti annichilenti, anche perchè i granata hanno messo il turbo anche grazie alla quarta difesa del torneo: in 13 gare hanno perso solo col Bologna vincendone sette (anche con Inter, Atalanta e Samp) con cinque pari, tra cui quelli di Napoli e Firenze. Quindi, una sfida spietata in cui la squadra che vive nel mito del Grande Torino, ricostruita con mezzi e ambizioni da Cairo, può spiccare il volo avendo molti sassolini nelle scarpe da togliersi. Vive sulla pelle infatti il tabù Milan visto che l'ultima vittoria è un 1-0 firmato Cristiano Lucarelli nel 2001 con rigore sbagliato da Inzaghi, una meteora visto che quello precedente risale a 33 anni fa, calcisticamente un'era geologica. Ma anche il Milan avverte qualche scricchiolio: dopo l'ultimo tonfo interno coi granata, datato 1985, Fahti Terim venne licenziato e cominciò la felice era Ancelotti. Dopo lo 0-0 dell'andata 2017 ad essere esonerato fu Montella.
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