Dopo due anni e mezzo che ce l'hanno sul groppone, non è che 24 ore in più spostino molto. Però ai gigliesi prima avevano detto che forse sarebbe partita per Genova sabato, poi lunedì, poi martedì. Oggi il giorno è slittato ancora: mercoledì. E allora il sindaco, Sergio Ortelli, ha sbottato: "La Concordia ci fa penare fino all'ultimo momento, non nascondo una certa irritazione. Ho fiducia che tutto si possa concludere nel minor tempo possibile, ma spero di non dover spostare ancora l'asticella della nostra pazienza". A rasserenare un po' sindaco e isolani ci ha pensato l'Ad di Costa, Michael Thamm: "Siamo certi di arrivare con il relitto a Genova domenica. Vorrei ricordare che questa operazione non ha precedenti, con la fretta si fanno gli errori, ciò che ha prevalso è l'obiettivo finale: arrivare a Genova nella massima sicurezza".
I responsabili della rimozione del relitto hanno promesso che l'asticella della pazienza dei gigliesi resterà là dov'è. Il rinvio è stato deciso solo "per una valutazione prudenziale - ha spiegato il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli - .Non perché nelle prossime ore non si possano concludere gli interventi, ma perché non ce la siamo sentita di prendere una decisione a mezzanotte o all'una". C'è un motivo: al Giglio arrivano gli approvvigionamenti, come quello del combustibile, che vanno programmati con un certo anticipo. Ecco che se il regista dell'operazione di rimozione del relitto, Nick Sloane, può anche decidere all'ultimo momento di partire, la protezione civile non può farlo, perché deve pensare anche a chi sul Giglio ci vive.
"L'angolo di visuale di Sloane è confliggente con il nostro", ha scherzato Gabrielli. Lo slittamento è legato ai ritardi dovuti al meteo: nei giorni scorsi, il brutto tempo ha rallentato i lavori. Solo per quel motivo però, nel senso che per domani le previsioni sono buone. Addirittura in miglioramento per i giorni successivi, quelli della traversata per Genova. "I ritardi ci sono stati - ha ammesso Gabrielli - ma l'ultima cosa che può essere detta è che non ci sia stata trasparenza". All'osservatore profano, la Concordia sembra già tornata a galleggiare come un tempo. Non è così. "Nelle prossime ore - ha detto il capo progetto per Costa Crociere, Franco Porcellacchia - la nave riemergerà di altri due metri e mezzo, poi ci sarà una verifica finale. Siamo agli sgoccioli di questa operazione". Mentre al Giglio si fanno i conti con i ritardi nei lavori, fuori dall'isola c'è la polemica del ministro dell'ambiente francese, Segolene Royal. Un'imbarcazione della marina d'Oltralpe sarà "incaricata di sorvegliare il convoglio al momento del passaggio a largo delle coste dell'Alta Corsica", ha detto il ministro, specificando che pure lei sarà a bordo, in collegamento con il collega della Difesa, Jean-Yves Le Drian. Poi è arrivata la richiesta di diciotto sindaci corsi per "il rinvio delle operazioni di rimorchio". La risposta italiana è stata prima seriosa, "le rotte - ha detto l'ammiraglio Giovanni Pettorino - prevedono navigazione al di fuori delle acque territoriali francesi". Poi scherzosa: "Al galletto francese - ha aggiunto Gabrielli giocando sul nome del ministro italiano all'Ambiente, Gian Luca Galletti - risponderemo con il nostro Galletti".
La 'peracottata', scambiato il comandante - Avrebbe riso e apprezzato anche quel gigante di Totò, che vendette davvero la fontana di Trevi al turista italo-americano Decio Cavallo in una memorabile scena del cinema italiano: l'uomo che ieri si è presentato davanti ai giornalisti di tutto il mondo sostenendo di essere il comandante del rimorchiatore cui spetta la responsabilità dell'intero convoglio che porterà la Concordia a Genova, non è comandante né ha alcuna responsabilità. Quella dell'olandese Hans Bosch sarebbe una storia divertente, se non fosse finita in mezzo ad una tragedia in cui ci sono 33 morti, decine di feriti, migliaia di naufraghi, un'isola intera ostaggio da due anni e mezzo di un mostro di 300 metri naufragato a due passi dalle spiagge. Ed invece, come ammette con un sorriso amaro il commissario Franco Gabrielli al quale tocca mettere la faccia anche sulle figuracce altrui, si tratta di una "peracottata", "ma non ingigantitela oltremodo - ha detto - non vorrei che venisse vista come una vicenda alla Totò e Peppino. Una "scivolata che può accadere anche nelle migliori famiglie".
La famiglia è quella di Costa e comprende anche Titan Micoperi, il consorzio che si sta occupando della rimozione della nave. Ieri, in occasione della presentazione del convoglio che scorterà la Concordia, al tavolo dei relatori è comparsa una targhetta con scritto 'H.Bosh', persona che l'ingegner Sergio Girotto ha presentato come il "comandante del rimorchiatore" che avrà la responsabilità dell'intero convoglio. Significa che in mare H. Bosch è signore e sovrano assoluto: qualsiasi decisione da prendere, l'unica parola che ha valore legale, è la sua. Peccato che non sia vero. Hans Bosch, così si chiama l'olandese, non è il comandante ma 'solo' un consulente di Nick Sloane, il sudafricano grande regista dell'operazione. E l'uomo che dovrà assumere le decisioni - che tradotto vuol dire quello che passerebbe guai seri se qualcosa dovesse andar storto - è un altro e si chiama Rudy Boneveld. Dunque sarà Rudy e non Hans a decidere la rotta della nave; sarà Rudy e non Hans a stabilire se le condizioni meteo consentano o meno di proseguire nel viaggio; sarà Rudy e non Hans a prendere l'ultima decisione. La peracottata l'ha scoperta la Guardia Costiera che, quando ha fatto l'ispezione su tutti i mezzi del convoglio, ha verificato che il comandante del rimorchiatore non era Bosch. Dal punto di vista formale, non ci sono problemi: perché la firma sotto i documenti che autorizzano il viaggio è quella del comandante vero, cioè di Boneveld. Però in molti sono rimasti a bocca aperta quando hanno scoperto la storia di Bosch. Costa dice che non c'è alcuna dietrologia da fare, nulla di losco, solo un errore: la legislazione anglosassone che regola questo tipo di trasporti prevede la figura del 'tow master', del superconsulente che ha la responsabilità come il comandante, mentre per la legislazione italiana questa figura non esiste. "Avremmo dovuto precisare e spiegare meglio - dice Girotto - Ma la persona che abbiamo portato in conferenza stampa, dal punto di vista nautico ha dato informazioni corrette e attendibili. e svolge un ruolo fondamentale". Per l'amministratore delegato di Costa Michael Thamm, è invece "divertente" che invece di parlare dell'operazioni si parli del nome di un comandante. Quel che conta, conclude Gabrielli, è che "errare è umano e perseverare è diabolico e qui nessuno sta perseverando: all'autorità italiana nessuno ha presentato uno scambio di persona". Se ci fosse stato quel genio di Totò, forse sarebbe finita diversamente.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA