"Quello che è accaduto a Torino con il panico, la folla che scappa, le persone schiacciate e calpestate ha riportato alla mente scene di 32 anni fa, anche se si tratta di due situazioni completamente diverse". A parlare da Arezzo è Andrea Lorentini, presidente dell'Associazione fra i familiari delle vittime dell'Heysel che nella strage allo stadio di Bruxelles, avvenuta il 29 maggio 1985, perse il padre Roberto, 31 anni, medico, travolto mentre cercare di prestare soccorso a un ferito: con la studentessa Giuseppina Conti furono le due vittime aretine della follia di quella finale di Coppa dei campioni tra Juventus e Liverpool.
"Il nostro pensiero - aggiunge Andrea che alla presidenza dell'Associazione è succeduto al nonno paterno Otello, scomparso tre anni fa e che era anche lui all'Heysel - va ai feriti in particolare a chi in queste ore sta vivendo momenti di preoccupazione per i propri familiari e in particolare una preghiera per il bimbo che e' in prognosi riservata".
"Quanto accaduto a Torino ieri non è paragonabile con la tragedia dell'Heysel - commenta infine l'avvocato Paolo Enrico Ammirati, uno dei principali artefici della battaglia legale portata avanti da Otello Lorentini -. A Torino si è trattato di un incidente, in Belgio di un vero e proprio assalto dove persero la vita 39 persone tra cui il medico aretino Roberto Lorentini, deceduto per portare aiuto ad un bimbo ferito e la studentessa Giuseppina Conti".
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