"Ginone è sempre stato dalla parte
dei più deboli e non avrebbe mai messo la propria immagine a
servizio di uno stato di apartheid come quello di Israele, che
sfrutta, pagando suon di milioni, il Giro d'Italia per rifarsi
l'immagine". E' l'accusa dell'Associazione di Amicizia
Italo-Palestinese, che oggi a Firenze ha dato vita a un corteo
in bicicletta dal centro storico fino al museo 'Gino Bartali' di
Ponte a Ema, per chiedere che il Giro d'Italia 2018 non prenda
il via da Israele. La corsa rosa partirà, infatti, da
Gerusalemme in ricordo del campione toscano, dichiarato 'Giusto
fra le nazioni' per il suo impegno negli anni della Shoah a
favore di centinaia di ebrei italiani, salvati dalla
deportazione nei campi di concentramento. I manifestanti hanno
esposto una grande bandiera palestinese davanti al museo, in
segno di protesta contro questa decisione. "No allo sfruttamento
dell'immagine di Bartali", dicono.
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