Telefonate anonime, minacce,
intimidazioni e l'incendio delle auto della sua famiglia perché
'colpevole' di essere andata a lavorare in una ditta concorrente
nel settore dei rifiuti, lo smaltimento spurghi. Lo hanno
accertato i carabinieri di Poggibonsi (Siena) che poi hanno
eseguito due misure, una di custodia in carcere e l'altra ai
domiciliari, rispettivamente nei confronti di un 51enne e di un
38enne accusati di atti persecutori e incendio. Il 38enne è un
dipendente della ditta lasciata dall'impiegata finita nel
mirino, l'altro è un amico dell'uomo ai domiciliari. Un terzo
indagato, con le stesse accuse, è il titolare della ditta ma per
lui il gip ha respinto una richiesta di applicazione di misura.
Le indagini sono partite da un incendio dell'11 gennaio 2018 che
distrusse le vetture di famiglia e un capannone della donna
perseguitata la quale per 10 anni aveva lavorato per la stessa
ditta di autospurghi ma poi nell'ottobre 2017 era stata assunta
dalla ditta concorrente.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA