Nel 1783 il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo divise il monastero in due parti separate; ora, 236 anni dopo, l'Abbazia di San Salvatore e San Lorenzo a Settimo (la Badia a Settimo nel territorio di Scandicci) torna ad avere un corpo unico, col recupero di un'ala abbandonata al degrado. E' quanto spiegato da don Carlo Maurizi, priore della Badia, e dall'imprenditore Paolo Nocentini, presidente di Savino Del Bene che ha dato sostegno al progetto che prevede, dopo i recuperi delle strutture architettoniche, un probabile ritorno di vita monastica nell'antico complesso religioso. Anche il cardinale Giuseppe Betori ha sottolineato l'importanza di questa riunificazione, "non solo dal punto di vista architettonico e culturale, ma anche simbolico". Nocentini ha sottolineato proprio come la riunificazione dei corpi di fabbrica dell'abbazia sia solamente un primo passo verso il recupero dei locali. Presente anche Carlo Petrini, fondatore di Slow Food.
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