Lo strazio di Giacomo Puccini
(1858-1924) per la morte della giovane cameriera Doria Manfredi,
suicida perché ingiustamente accusata di essere sua amante,
spunta da un epistolario conservato nell'Archivio Antinori di
Firenze e riscoperto dallo scrittore Maurizio Sessa nel libro
'Andrò nelle Maremme. Puccini a caccia tra Bolgheri e Capalbio'.
Tra le 161 lettere della raccolta, perlopiù dedicate alla
caccia "nelle Maremme" e che Puccini scrisse agli amici Giuseppe
della Gherardesca e Piero Antinori tra il 1903 e il 1924,
l'autore ne ha trovate due che riportano in primo piano il
tragico "affare Doria", cioè il suicidio della giovane cameriera
di casa Puccini accusata - ingiustamente, come già all'epoca
dimostrato - di essere la sua amante. L'episodio segnò la vita
del compositore e da queste lettere emerge un duro, e inedito,
j'accuse sia ai familiari della moglie Elvira sia alla
figliastra Fosca.
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