Il tribunale del riesame di Firenze si è riservato la decisione sui ricorsi presentati contro i sequestri effettuati dalla guardia di finanza nell'inchiesta della procura di Firenze sulla fondazione Open. L'ex presidente della fondazione Alberto Bianchi, difeso dall'avvocato Nino D'Avirro, ha rinunciato al ricorso in udienza. Hanno portato invece avanti il ricorso coi loro legali Marco Carrai e alcuni dei finanziatori di Open perquisiti ma non indagati, tra cui esponenti della famiglia Aleotti e l'imprenditore Davide Serra.
L'udienza di questa mattina era per discutere i ricorsi contro i sequestri di documenti e supporti informatici presentati dai difensori di Alberto Bianchi e Marco Carrai, indagati nell'ambito dell'inchiesta della procura di Firenze sulla fondazione Open, e da alcuni dei finanziatori della fondazione perquisiti dalla finanza nell'ambito delle indagini. La discussione si è tenuta in camera di consiglio, cioè a porte chiuse. E da domani al via la 'caccia al tesoro' del perito della procura che cercherà documenti nei cellulari, nei computer e negli hard disk sequestrati mettendo nel motore di ricerca parole chiave mirate,anche quelle dei nomi 'Lotti' e 'Boschi', che pure non risultano indagati nell'inchiesta, e termini generici come 'legge', 'decreto', 'denaro', 'norma', 'emendamento', 'contributo'. Questi inserimenti, diverse decine in tutto le parole chiave individuate per queste operazioni, saranno attivati dal consulente nominato dalla procura di Firenze che sta indagando sulla fondazioneper cercare documenti nei cellulari, nei computer e negli hard disk sequestrati con le perquisizione Open, che ha sostenuto le iniziative politiche di Matteo Renzi.
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