Quattro lettere d'amore, che
rivelano anche una storia a tratti torbida, di bellissima
pittura, di denaro e di potere. A scriverle fu Artemisia
Gentileschi al suo amante ventenne, Francesco Maria Maringhi,
ricco rampollo di un'antica famiglia dell'aristocrazia
fiorentina. La prosa è scorretta ma profonda, sgrammaticata ma
colta: nelle lettere si citano Petrarca e l'Ariosto, Ovidio,
Michelangelo e il Tasso.
Le quattro lettere sono conservate nell'Archivio Frescobaldi,
nobile famiglia fiorentina che, dopo il restauro, le ha
presentate a Firenze prima che partano per Londra per la più
grande mostra mai realizzata nel Regno Unito su Artemisia.
Saranno esposte dal 4 aprile al 26 luglio alla National Gallery
insieme alle opere della pittrice sposata con Pierantonio
Stiattesi, autore anche lui di 14 scritti indirizzati a
Maringhi, alcuni ritrovati nell'Archivio Frescobaldi, e uno dei
quali sarà sempre esposto a Londra.
A consegnare le preziose lettere a Letizia Treves, James and
Sarah Sassoon curator di pittura italiana, spagnola e francese
del XVII secolo presso la National Gallery, è stata Tiziana
Frescobaldi, presidente Compagnia de' Frescobaldi e direttore
artistico del progetto Artisti per Frescobaldi, premio biennale
d'arte contemporanea nato nel 2012 che da anni promuove la
cultura e l'arte anche nel mondo vitivinicolo.
Le lettere a Francesco Maria Maringhi, che fu amministratore
dei beni della famiglia Frescobaldi, sono state ritrovate nel
2011 dal professor Francesco Solinas durante i suoi studi
nell'Archivio della nobile famiglia fiorentina: "Rappresentano -
spiega Tiziana Frescobaldi - dei documenti unici nel loro genere
per entrare nella vita privata e psicologica di questa grande
artista italiana". E per la famiglia Frescobaldi "è un grande
onore essere sostenitrice della più illustre pittrice dell'età
barocca, durante il suo periodo fiorentino, e aver conservato
queste preziose lettere".
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