"Si parla di operai e di
licenziamenti, ma dove mai si fonda e come il diritto di
licenziamento? (Intendo licenziamento per ragioni economiche). E
chi mai ha detto che la fabbrica sia di proprietà del 'Padrone'?
E chi è e cosa è il 'Padrone?'". Lo scrive padre David Turoldo
in una lettera del febbraio 1959 all'amica Anna Meucci: un
inedito che fa da introduzione al libro del giornalista Mario
Lancisi 'I Folli di Dio. La Pira, Milani, Balducci e gli anni
dell'Isolotto', (Edizioni San Paolo 2020, pp. 224, euro 18).
Il volume copre un arco temporale che va dal 1938, con la
visita di Mussolini e Hitler a Firenze cui il cardinale Elia
Dalla Costa chiuse le porte della Curia in faccia, fino al 1968
con il caso dell'Isolotto di don Enzo Mazzi, affrontando i
momenti salienti dell'esperienza del cattolicesimo fiorentino
legato a Giorgio La Pira: l'antifascismo, la partecipazione alla
Costituente, l'amministrazione del 'sindaco santo', l'apertura a
sinistra. In questo contesto si colloca la lettera di Turoldo,
allontanato da Firenze e trasferito a Londra nel settembre del
1958, che scrive a Meucci pochi giorni dopo le dimissioni di
Amintore Fanfani da presidente del Consiglio e segretario della
Dc, per il conflitto interno al partito sul tema dell'apertura
ai socialisti, a cui Fanfani era favorevole come lo stesso
Turoldo. "Non sarebbe ora di romperla - si chiede il religioso -
con questa 'unità' del partito? E quale unità? Di cristiani che
si odiano!".
Il volume di Lancisi esce a cinque anni della visita di papa
Francesco a Firenze per il convegno ecclesiale del 2015,
un'occasione in cui la Chiesa italiana rese omaggio a grandi
personaggi del mondo cattolico fiorentino del Novecento, i
'Folli di Dio' del titolo del libro: da La Pira a Turoldo, da
don Giulio Facibeni a don Divo Barsotti, da padre Ernesto
Balducci a don Lorenzo Milani, la cui tomba fu poi visitata dal
Pontefice il 20 giugno del 2017.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA