Il Gioiello, la villa sul colle di
Arcetri a Firenze dove Galileo Galilei visse l'ultima parte
della sua vita fino alla morte nel 1642 e dove fu confinato agli
arresti domiciliari dalla condanna del Santo Uffizio del 1633,
entra a far parte dell'associazione nazionale Case della
memoria. Insieme al suo giardino, la dimora, dal 1920 monumento
nazionale, di proprietà del Demanio e in consegna
all'Università, racconta ancora oggi ai visitatori gli studi
scientifici, gli affetti familiari, le relazioni con gli allievi
e la passione per le vigne di Galileo.
Lo scienziato la affittò nel 1631, spinto dalla figlia
Virginia, monaca con il nome di suor Maria Celeste insieme alla
sorella minore nel monastero di San Matteo, poco distante. Le
figlie desideravano che il padre, ormai anziano, abitasse
vicino. E, infatti, dalla finestra della stanza della villa che
scelse come studio, Galileo poteva vedere la vigna del convento
delle figlie. A testimonianza del rapporto tra Galileo e
Virginia esistono ancora oggi 124 lettere scritte da lei al
padre che presentano aspetti umanissimi della vita dello
scienziato. Da Il Gioello - in cui Galileo continuò a studiare
insieme ai collaboratori Vincenzo Viviani ed Evangelista
Torricelli - partì poi per la sua prima stampa, nel 1632, il
manoscritto del 'Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo',
sequestrato dopo pochi mesi, e sempre nella dimora fu completata
l'ultima grande opera dello scienziato, i 'Discorsi e
dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze',
pubblicata quando Galileo aveva ormai perso la vista.
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