Il Teatro della Pergola di Firenze
riapre il 27 ottobre con la prima nazionale di 'The Dubliners'
di Giancarlo Sepe, con la Compagnia Teatro La Comunità e i Nuovi
riuniti da un maestro della contaminazione dei generi. Sepe,
spiega la Fondazione Teatro della Toscana che produce lo
spettacolo, "è il perfetto interprete del teatro come sintesi di
tutte le arti e diviene" per la stessa Fondazione, "il
riferimento fondamentale per un nuovo percorso artistico che
coinvolge i giovani e che, nel superamento di generi e
distinzioni, offre loro la possibilità di esplorare
l'imprevedibile e di imparare a superare costantemente i propri
limiti".
In una Pergola ridisegnata per l'occasione, va in scena (fino
al 15 novembre) l'ultimo dei racconti, The Dead (I Morti), e il
dodicesimo, Ivy Day in the Committee Room (Il giorno dell'edera)
dei quindici scritti da James Joyce agli inizi del Novecento
sull'esistenza statica e alienata dei dublinesi di cui l'autore
faceva parte. Spariscono le quinte e lo spettatore è immerso
nell'atmosfera grigia e fumosa di una Dublino in cui personaggi
stanchi e sfiniti si trascinano nella vana speranza di trovare
uno slancio, un sussulto di vita. È una collezione di epifanie,
con una città che Joyce trasfigura in rivelazione di carattere
religioso, per rendere manifesto ai suoi concittadini che essi
si trovano al centro di una paralisi spirituale, corrotti e
oppressi da regole inutili, quanto crudeli. Lo spettacolo, nelle
precedenti edizioni del 2014 e 2015, ha riscosso un grande
successo di critica e di pubblico, in virtù dell'originale e
potente rilettura di Joyce da parte di Giancarlo Sepe, la cui
messinscena, ai confini tra il linguaggio teatrale e quello
filmico, si compone attraverso immagini di intensa suggestione
visiva.
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