Si intitola 'Shy', la grande opera
in ghisa alta 4 metri e del peso di 3600 chili realizzata
dall'artista Antony Gormley, che rimarrà esposta per sei mesi in
piazza Duomo a Prato, luogo simbolico e cuore della città
segnato dalle opere di Donatello e Filippo Lippi. Oggi la
cerimonia di inaugurazione presso il palazzo Comunale, con la
partecipazione, tra gli altri, del sindaco di Prato Matteo
Biffoni, del presidente della Fondazione per le arti
contemporanee in Toscana, che gestisce il Centro Pecci, Lorenzo
Bini Smaghi, e dello stesso Antony Gormley, in diretta web dal
suo studio di Londra.
Shy, spiega una nota, porta in una piazza del XVIII secolo i
materiali e i metodi della rivoluzione industriale. L'artista
utilizza la dimensione per attivare lo spazio e invitare chi ne
è partecipe a prendere coscienza della propria posizione,
costantemente in movimento nello spazio e nel tempo. Sfruttando
una struttura architettonica semplice. "Voglio fare qualcosa che
sia sicuro della sua presenza come punto di riferimento - spiega
Gormley -, ma che all'esame si connetta con il nostro io
interiore e si confronti con quelle emozioni umane più timide e
silenziose come la tenerezza e la vulnerabilità". Antony Gormley
(Londra, 1950), ha posto al centro della sua ricerca artistica
il rapporto tra il corpo, come sede della mente, in relazione
agli spazi architettonici o naturali con cui si relaziona. Egli
presta particolare attenzione alla collocazione della sua arte
in spazi pubblici accessibili, nel suo lavoro possiamo trovare
una forte attenzione alla politica ambientale e sociale che lo
caratterizza. L'istallazione dell'opera di Gormley testimonia il
costante impegno del Comune di Prato nell'aggiornamento della
sua identità contemporanea, grazie anche all'azione propositiva
svolta negli ultimi trent'anni dal Centro per l'arte
contemporanea Luigi Pecci.
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