Nuova svolta nel caso sulla Comunità
di Bose: ha deciso di cedere ad Enzo Bianchi, il fondatore al
quale è stato chiesto di allontanarsi dalla stessa Comunità, la
sede a Cellole di San Gimignano (Siena). "Dal giugno dello
scorso anno, la Comunità - si spiega dal monastero di Bose - ha
atteso invano che fr. Enzo Bianchi obbedisse al Decreto
singolare del 13 maggio, approvato in forma specifica da papa
Francesco che, per il bene della Comunità, disponeva tra gli
altri provvedimenti anche il suo allontanamento a tempo
indeterminato da Bose e dalle sue Fraternità. In questi lunghi
mesi il delegato pontificio p. Amedeo Cencini ha operato non
pochi tentativi volti a rendere più agevole a fr. Enzo Bianchi
l'esecuzione del suddetto Decreto, agendo secondo la pazienza
insegnata dal Vangelo, in forza del mandato ricevuto dalla Santa
Sede, nel rispetto della giustizia e, soprattutto, della
sofferenza di tutte le persone coinvolte. Siccome tra le
motivazioni addotte da fr. Enzo Bianchi per sottrarsi alla
fattiva esecuzione del Decreto e spiegare il suo restare a Bose,
nei medesimi locali da lui abitati da oltre un decennio, vi era
l'indisponibilità a recarsi in un altro monastero e l'asserita
impossibilità a trovare un altro luogo adeguato, la Comunità ha
acconsentito alla richiesta suggerita dal Delegato pontificio di
rinunciare alla propria Fraternità di Cellole, richiamando a
Bose o in altre sue Fraternità i fratelli fino ad oggi presenti
a Cellole e cedendo in comodato d'uso quegli immobili, così che
fr. Enzo vi si possa trasferire prima dell'inizio della
Quaresima", che comincerà la prossima settimana.
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