La Corte di Cassazione ha
confermato l'ergastolo per Roberto Romanini, 69 anni,
riconosciuto come il mandante dell'omicidio del cugino Stefano
Romanini, 47enne ucciso a colpi di pistola davanti alla sua
abitazione di Camaiore (Lucca) l'8 febbraio 2011. Si chiude così
definitivamente il processo per l'omicidio senza che, al
termine della indagini condotte dalla squadra anticrimine del
commissariato di Viareggio e della questura di Lucca, siano
riuscite a dare un volto e un nome al killer che materialmente
sparò per uccidere Stefano Romanini. La moglie vide fuggire
l'assassino la mattina dell'omicidio sotto casa pochi istanti
dopo l'uccisione del marito. Per i giudici quella mano fu
'armata' da Roberto Romanini, cugino della vittima con il quale
i rapporti erano diventati pessimi dopo essere stati soci in
lavoro. L'accusa ritiene che Roberto Romanini pagò il killer. La
Cassazione oggi ha messo la parola fine al processo ritenendo
inammissibile il ricorso della difesa. Roberto Romanini era
stato condannato all'ergastolo sia in primo che in secondo
grado.
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