Un viaggio nella storia dell'arte
con circa 300 capolavori selezionati dal Duecento al Novecento:
da Giotto, Filippino Lippi, Lorenzo Lotto, Michelangelo,
Tintoretto, fino ad arrivare a Boccioni, Casorati e tanti altri
maestri del secolo scorso. Questo e tanto altro sarà "Dante. La
visione dell'arte", l'esposizione monstre organizzata a Forlì,
nei musei San Domenico dal primo aprile all'11 luglio, con la
Fondazione Cassa dei risparmi di Forlì e le Gallerie degli
Uffizi, che hanno prestato 50 preziose opere, fra dipinti,
sculture e disegni.
Organizzata nell'ambito delle celebrazioni promosse dal
Mibact per il settimo centenario della morte di Dante, della
mostra forlivese, è stato spiegato durante una conferenza
stampa, rappresenta un simbolo di riscatto e di rinascita non
solo del nostro Paese, ma del mondo dell'arte e dello spirito di
cultura che essa rappresenta.
La mostra, curata da Antonio Paolucci e Fernando Mazzocca,
nasce da un'idea di Eike Schmidt, direttore degli Uffizi, e
Giancarlo Brunelli, direttore delle mostre forlivesi della
Fondazione. "In questo periodo - ha sottolineato Eike Schmidt -
è importante ritrovare in Dante non solo un simbolo di unità
nazionale ma anche un riferimento culturale comune. La mostra
sarà un'occasione per ripensare il padre della lingua italiana
e riflettere sull'importanza che l'opera dantesca riveste ancora
nei nostri tempi". "Non c'é poeta nella storia più 'rappabile'
di Dante - ha aggiunto Schmidt - Il mio augurio, presentando
questa mostra, é che questa estate le spiagge della Romagna
possano risuonare di tanti magnifici rap a tema dantesco".
"Penso di poter dire - ha detto Gianfranco Brunelli - che se
c'è un'esposizione davvero completa e davvero nazionale,
nell'anno centenario di Dante, quella forlivese si iscrive ad
esserlo".
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