Un "raid punitivo" organizzato "negli ambiti imprenditoriali" dall'azienda cinese a Prato di fronte a cui andava in scena la protesta degli operai. E' quanto ricostruito dalla Digos sull'aggressione, "con modalità squadristica" avvenuta l'11 ottobre contro 15 operai pakistani in sciopero, aderenti a Si Cobas, che erano in presidio davanti alla Dreamland, azienda tessibile gestita da orientali: i manifestanti furono colpiti con mazze e altri oggetti contundenti da una decina di cinesi. Denunciati per lesioni otto orientali, anche raggiunti da misure di prevenzione.
In base a quanto ricostruito, nel pomeriggio dell'11 ottobre gli aggressori arrivarono in auto di fronte alla Dreamland - situata in via Galvani, nel Macrolotto 2 di Prato - dove poi picchiarono i manifestanti riuniti in un picchetto. Le indagini, si spiega dalla polizia, proseguono per identificare altri presunti responsabili. Dalle indagini è tuttavia emerso - sottolinea la polizia - che "la matrice della spedizione ai danni dei lavoratori sia individuabile negli ambiti imprenditoriali dell'azienda Dreamland" e di un'altra ditta, la 'Gruccia creation" da "ritenere collegata alla Dreamland sotto l'aspetto della proprietà". Entrambe le ditte sono stati sottoposte a controlli oggi: i cittadini stranieri trovati all'interno delle aziende sono risultati in regola con il permesso di soggiorno.
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