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Falsi marchi della moda venduti sui social, 67 denunciati

Falsi marchi della moda venduti sui social, 67 denunciati

GdF Livorno, sono tutti italiani, cercavano introiti in pandemia

LIVORNO, 22 febbraio 2022, 09:34

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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I social web trasformati in vetrina per vendere migliaia di prodotti contraffatti. Così è scattata la denuncia per 67 persone, tutte italiane, di cui 24 di Livorno, che dovranno rispondere a vario titolo dei reati di produzione, importazione e commercio di prodotti contraffatti e di ricettazione. Tra i denunciati operai, casalinghe, commesse e disoccupati che, in tempi di pandemia, avrebbero intrapreso il business illegale della vendita di merci false per garantirsi, grazie a meccanismi di e-commerce, introiti tramite accrediti con ricariche su carte prepagate.
    L'operazione 'Fake Shop' delle Fiamme Gialle di Livorno ha portato anche a 67 perquisizioni domiciliari in cui sono stati sequestrati oltre 10.000 articoli con brand contraffatti, tra cui false borse Louis Vuitton, Gucci e Chanel, corredati di certificati di garanzia e autenticità, anch'essi imitazioni.
    Sequestrata inoltre una stampante a sublimazione e una pressa a caldo per imprimere i loghi su prodotti e tessuti. Circa 1.000 gli euro mensili da ciascuno incamerati con questa attività secondo una stima.
    Tra i denunciati, i 24 abitanti a Livorno sono stati identificati dopo il monitoraggio di alcune pagine web. Secondo la Gdf si sarebbero occupati della promozione e della vendita, a mezzo social, dei prodotti contraffatti per migliaia di acquirenti. Poi le Fiamme Gialle hanno ripercorso a monte la filiera del falso individuando altre 43 persone indagate di cui 33 residenti in Campania, due in Puglia e otto tra Lazio e Lombardia che si sarebbero occupati di produzione e approvvigionamento della merce illecita. L'illecito volume d'affari realizzato è stato calcolato in oltre 800 mila euro complessivi.
    La merce, prodotta in prevalenza in Campania ma anche in Turchia, come accertato dopo l'analisi dei cellulari e dei pc sequestrati agli indagati, è risultata tutta di ottima fattura e con packaging serigrafato, tanto da generare, in taluni incauti acquirenti, la convinzione di comprare prodotti originali, attesi i non proprio irrisori prezzi di cessione, pari mediamente a un terzo del prezzo ufficiale di mercato.
   

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