The Italian Sea
Group, "in funzione della documentazione di cui dispone e a
seguito di quanto emerso dai controlli effettuati dalle autorità
competenti, dichiara che lo yacht di 140 metri Scheherazade,
attualmente in cantiere per attività di manutenzione, non è
riconducibile alla proprietà del presidente russo Vladimir
Putin". E' quanto afferma in una nota il gruppo operativo nella
nautica di lusso e attivo nella costruzione e refit di
motoryacht e navi fino a 140 metri.
Nella nota, The Italian Sea Group "conferma che la produzione
delle commesse in progress e le attività di refit proseguono
senza alcun rallentamento, nonostante le sanzioni introdotte
dall'Unione Europea nei confronti della Russia scaturite dal
conflitto in essere sul territorio Ucraino. Alla data odierna,
nessun ordine è stato cancellato e non si è manifestato alcun
ritardo nei pagamenti degli stati di avanzamento lavori
contrattuali in essere. Si rammenta che Tisg lavora
esclusivamente su commessa per armatori con il supporto società
di broker internazionali, con contratti che prevedono pagamenti
anticipati relativi ai Sal, e in caso di inadempienza, è
prevista in estrema ratio per il cliente la perdita degli
acconti versati; nel merito, la proprietà della nave resterebbe
di Tisg, dando alla società l'opportunità di rivendere
immediatamente lo yacht e realizzare interessanti plusvalenze.
In riferimento all'esposizione del net backlog nei confronti del
mercato russo, Tisg dichiara che, alla data odierna, è in essere
soltanto un contratto con un cliente russo; in particolare, la
Società deve ancora incassare Euro 6 milioni relativi al saldo
consegna nave, prevista nei primi mesi del 2023. Si evidenzia
comunque che il soggetto contraente non rientra tra quelli
colpiti da sanzioni internazionali".
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