Il prossimo anno in Italia "ci
saranno 130.000 alunni iscritti in meno alle prime di ogni
ordine e grado, che si aggiungono agli oltre 400.000 studenti
persi negli ultimi cinque anni. Secondo questo trend nel 2030
avremo un milione e 300mila studenti in meno. Anche il
territorio di Firenze e provincia è decisamente investito dal
fenomeno" del decremento demografico, con un calo di circa
duemila alunni in meno: l'ordine di scuola più colpito la
primaria, con meno 900 allievi il prossimo anno scolastico,
seguita dall'infanzia (quasi 700 in meno) e dalla scuola
secondaria di primo grado (quasi 400 in meno); perdono pochi
alunni le scuole superiori, ancora non colpite dal calo. Così la
Flc Cgil in una nota in cui spiega le ragioni dello sciopero che
i sindacati della scuola hanno indetto per il 30 maggio.
Per la Cgil "invece di affrontare il fenomeno con politiche
strutturali a favore di genitorialità, ampliamento dell'offerta
di servizio socio-educativi, politiche per la piena e buona
occupazione, osserviamo che la crisi demografica è utilizzata
dal Governo per proseguire sulla strada del definanziamento
della scuola": il Def approvato dal Consiglio dei Ministri ad
aprile "sancisce una diminuzione della spesa pubblica in
istruzione di mezzo punto percentuale sul Pil entro il 2025".
Tra le ripercussioni "la prima e più grave conseguenza risiede
nella diminuzione dell'organico dei docenti, che nel nostro
territorio il prossimo anno vedrà ben 71 cattedre in meno: 38"
per il taglio lineare calcolato in base alla diminuzione degli
studenti, altre 33 derivanti "dalla necessità di 'fare posto'
alle nuove figure di insegnanti di educazione motoria alla
primaria". Tutto ciò si tradurrà nella perdita di "24 sezioni
dell'infanzia, 28 classi di primaria, 21 di secondaria di primo
grado, con evidenti ricadute su studenti e famiglie". Nessun
decremento invece per il personale Ata ma "grave" è "la mancata
riconferma del cosiddetto 'organico Covid'". "Il quadro è
impietoso e smentisce tutte le narrazioni del governo,
evidentemente propagandistiche, sulla centralità e l'importanza
della scuola per le generazioni future".
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