La corte di appello di Firenze ha
confermato nella sostanza la sentenza di primo grado di condanna
per la donna di Prato che ebbe un figlio da un 15enne a cui dava
lezioni private di inglese. La donna, oggi 34enne, condannata
per atti sessuali e violenza sessuale per induzione su minore,
oggi ha avuto solo una riduzione di pena di 15 giorni sui 6 anni
e 6 mesi inflitti dal tribunale. Ciò riguardo a un'accusa di
violazione di domicilio per una visita compiuta a casa del
minore all'epoca dei fatti. La corte di appello ha ribaltato la
posizione del marito rispetto al tribunale che lo aveva
condannato a 1 anno e 8 mesi: oggi l'uomo è stato assolto con
formula piena dall'accusa di essersi attribuito la paternità del
neonato. Per l'accusa sapeva che non era suo figlio, invece la
corte di appello lo ha considerato in buona fede e lo ha
assolto. Motivazioni fra 90 giorni.
I due imputati hanno assistito a tutta l'udienza. La procura
generale, col sostituto Pietro Ferrante, aveva chiesto la
conferma della sentenza di primo grado con un aggravio di tre
mesi di condanna per la donna imputata. I difensori, avvocati
Mattia Alfano e Massimo Nistri, hanno chiesto l'assoluzione per
la loro assistita anche in corte di appello. "Siamo contenti per
il risultato di un padre che non ha fatto altro che regalare il
suo amore per un neonato - hanno commentato all'uscita i due
legali -. Certamente ci aspettavamo qualcosa di più per la
moglie, siamo in attesa delle motivazioni. Siamo convinti della
bontà della nostra ricostruzione e faremo ricorso in
Cassazione".
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