Torna al lavoro una psicologa
toscana sospesa dall'Ordine professionale perché non in regola
con l'obbligo vaccinale imposto per legge alle professioni
sanitarie. Lo stabilisce il giudice civile Susanna Zanda, che ha
revocato la sospensione della professionista disposta
dall'Ordine. "Non può essere costretta" a sottoporsi a vaccini
"sperimentali talmente invasivi da insinuarsi nel Dna,
alterandolo in modo che potrebbe risultare irreversibile con
effetti ad oggi non prevedibili per la vita e la salute", spiega
il giudice in un provvedimento d'urgenza. Il 15 settembre il
giudice entra nel merito sentendo anche l'Ordine degli
psicologi.
"La sospensione dall'esercizio delle professioni rischia di
compromettere beni primari dell'individuo quali il diritto al
proprio sostentamento e al lavoro - secondo il tribunale - ma
tale libertà e diritto, acquisito per nascita in base
all'articolo 4 della Costituzione, viene in questo caso
inammissibilmente 'concesso' dall'Ordine di appartenenza previa
sottoposizione a un trattamento iniettivo contro la Sars Covid"
per impedire la diffusione della malattia e assicurare
condizioni di sicurezza in ambito sanitario. "Uno scopo
irraggiungibile", secondo gli stessi dati Aifa, che "riportano
un dilagare del contagio con la formazione di molteplici
varianti virali e il prevalere numerico delle infezioni e dei
decessi proprio tra i soggetti vaccinati con tre dosi". Non è il
primo provvedimento di revoca della sospensioni dal lavoro in
Italia. Il giudice cita diverse decisioni adottate dai tribunali
di Padova (aprile 2022) , Sassari (giugno 2022) , Velletri
(dicembre 2021) e Roma (giugno 2022) nonché dai Tar di
Lombardia, Piemonte e Roma.
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