La corte di appello di Firenze ha
assolto 'perché il fatto non sussiste' gli ex vertici di Mps
Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gian Luca Baldassarri,
dall'accusa di ostacolo alla vigilanza di Bankitalia nella
ristrutturazione del derivato Alexandria. La sentenza chiude un
secondo processo di appello, dopo rinvio dalla Cassazione. Nel
primo processo di appello nel 2017 gli imputati furono assolti
'perché il fatto non costituisce reato', ma poi nel 2019 la
Suprema Corte dispose un altro appello per definire la formula
di assoluzione. Gli imputati avevano fatto ricorso per essere
assolti con formula piena, cosa che oggi i giudici hanno deciso.
Il 29 maggio 2019 la Cassazione confermò l'assoluzione,
decisa nel primo appello del 7 dicembre 2017 per Mussari (già
presidente della banca), Vigni (ex direttore generale) e
Baldassarri (ex direttore area finanza), ma contestualmente,
accogliendo un ricorso delle difese, la stessa Suprema Corte
stabilì che ci fosse un altro appello a Firenze per valutare se
concedere o meno un proscioglimento più ampio. Nel processo, gli
ex vertici di Mps imputati sono stati accusati di aver celato
agli ispettori di Bankitalia il contratto con Nomura ('mandate
agreement') stipulato per l'operazione di ristrutturazione del
derivato Alexandria.
In primo grado, il 31 ottobre 2014, Mussari, Vigni e
Baldassarri invece furono condannati dal tribunale di Siena a 3
anni e 6 mesi.
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