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Batteri resistenti agli antibiotici, situazione migliora in Toscana

Batteri resistenti agli antibiotici, situazione migliora in Toscana

Ars: 'Dimezzata per alcuni organismi negli ultimi 5 anni'

FIRENZE, 25 giugno 2024, 13:32

Redazione ANSA

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Passi in avanti in Toscana nella battaglia contro i batteri resistenti agli antibiotici e nel consumo di questi farmaci. Attenzione poi in particolare agli effetti che i cambiamenti climatici e l'innalzamento delle temperature potranno avere, peggiorando la situazione. Questa in sintesi la 7/a edizione del rapporto annuale sull'antimicrobico resistenza e sul consumo di antibiotici in Toscana dell'Agenzia regionale per la sanità. Si tratta dei primi dati sul 2023 che escono in Italia, analisi condotta a livello di distretto e di singolo ospedale.
    Dallo studio risulta che "la resistenza di organismi come la klebsiella pneumoniae e l'escherichia coli, responsabili spesso di gravi e pericolose infezioni, ha dimezzato la sua incidenza negli ultimi cinque anni e il consumo di antibiotici è inferiore in Toscana alla media europea e molto inferiore a quella nazionale". In particolare l'anno scorso la rete Smart, sulla sorveglianza microbiologica e dell'antimicrobico resistenza coordinata da Ars, ha raccolto 8.888 emocolture e 99.429 urinocolture: rispetto al 2022 le emocolture positive sono diminuite del 6,1%, le urinocolture positive sono aumentate del 13,9%. Nelle emocolture nel 35,6% dei casi è stato isolato un batterio gram positivo, nel 55,1% un gram negativo e pseudomonas) e nel 9,3% una candida. L'escherichia coli risulta la specie più frequente (29%). Continua il trend di diminuzione dello stafilococco meticillino-resistente. La percentuale di klebsiella resistente agli antibiotici carbapenemi è inferiore alla media nazionale (24,7% nel 2022, trend in calo dal 2016) con dati in diminuzione dal 2017 al 2023 (19,9%). Quanto all'uso degli antibiotici, l'andamento degli ultimi cinque anni risulta altalenante: prima della pandemia si registrava in Toscana una diminuzione specie a livello territoriale, nel 2020 e 2021 si è allargata alla sfera ospedialiera. Nel 2022 il consumo è tornato a crescere, il 2023 segna un ulteriore incremento a livello territoriale ma è un calo negli ospedali. Focus del rapporto di quest'anno è stato poi il cambiamento climatico: la conclusione è che c'è un legame evidente con l'insorgenza di resistenza agli antibiotici. Le ondate di caldo, si spiega, possono portare a eventi meteorici estremi come le inondazioni che favoriscono la diffusione di infezioni. Il riscaldamento può favorire aspetti riproduttivi dei patogeni e una maggiore virulenza, oltre ad aumentare la suscettibilità umana alle malattie infettive.
    "L'antimicrobico resistenza è una delle sfide del futuro per i sistemi sanitari pubblici e per la salute delle persone - commenta l'assessore al diritto alla salute della Toscana Simone Bezzini - Se nella nostra regione sono stati fatti dei passi in avanti è anche grazie a studi e ricerche come queste che stanno alla base delle nostre scelte. In Toscana abbiamo fatto dell'antibiotico resistenza una vera e propria priorità della nostra agenda politica, investendo sulla formazione del personale degli ospedali e sulla prevenzione e sorveglianza delle infezioni correlate all'assistenza". 

 "La Toscana vede un miglioramento nella battaglia contro i batteri resistenti agli antibiotici e nel consumo di questi farmaci. Con i batteri ci dovremo convivere per sempre perché sanno adattarsi alla situazione e perché il rischio zero non esiste: tuttavia, con prevenzione e il controllo del contagio, la situazione migliora". A dirlo è Fabrizio Gemmi, capo del gruppo che si occupa degli ospedali all'interno dell'Agenzia regionale per la sanità in Toscana.
I dati sul 2023 mostrano passi avanti. "Le percentuali di diversi tipi di infezioni antibiotico-resistenti stanno diminuendo - aggiunge Gemmi -. Questo è dovuto a un miglior e un minor uso di antibiotici e una serie di precauzioni, come l'identificazione e l'isolamento di persone che sono portatori di batteri antibiotico-resistenti. Poi l'igiene delle mani, l'uso dei dispositivi di protezione fa il resto". Gemmi spiega che la Toscana è virtuosa proprio perché "ha una media di consumo di antibiotici inferiore alla media europea e a quella italiana. Molto spesso gli antibiotici sono usati in maniera inappropriata: quando non servono. In questo la Toscana è avanti". Un ruolo importante è giocato anche dal clima perché "i batteri si riproducono meglio quando le temperature sono più alte. Si scambiano in geni che determinano l'antibiotico-resistenza".
Gemmi ricorda che nel 2016 "uscì uno studio dove si quantificava a 10 milioni le morti nel mondo nel 2050, correlate a infezioni non trattabili. I numeri forse ora saranno maggiori ma ciò che non cambia è l'area geografica maggiormente colpita: India, America Meridionale, Africa. Dove fa caldo e dove c'è sovraffollamento". Sugli ospedali in difficoltà Gemmi risponde "che lo studio non afferma che le infezioni sono diminuite.
Stiamo solo dicendo che vengono messi in campo tutti gli sforzi per mettere le persone in isolamento e ridurre il numero di infezioni. Gli ospedali sono in condizioni difficili, è vero: c'è un problema anche di organico, lo staff è numericamente ridotto e questo è un problema. Ma negli ospedali vengono messe in atto le procedure per il contenimento dei batteri resistenti agli antibiotici e questo già riduce le infezioni. Non arriveremo allo zero perché, come detto, i batteri sono sulla terra da tre miliardi di anni, con una grande capacità di riadattarsi alle situazioni". 

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