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Iris toscano, verso Igp per filiera produttiva

Terra e gusto

Iris toscano, verso Igp per filiera produttiva

L'estratto del rizoma è usato per profumi, liquori, e non solo

FIRENZE, 27 febbraio 2021, 17:52

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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E' largamente usato in profumeria e nell'industria cosmetica, ma anche in popolari spiriti e liquori come il gin Bombay Sapphire prodotto da Bacardi e il Martini Extra Dry, e la sua diffusione nell'industria alimentare potrebbe aumentare ulteriormente, soprattutto nell'ambito dei prodotti da forno: è l'estratto del rizoma dell'iris pallida toscana, il giglio di Firenze, prodotto tipico del Valdarno superiore e del Chianti, ora in corsa per ottenere l'indicazione Igp, passo fondamentale per dar corpo a una vera e propria filiera produttiva toscana.
    Il punto della situazione è stato fatto nel corso di un webinar promosso dal Centro assistenza imprese di Coldiretti Toscana (Caict), insieme all'Università di Firenze: mentre oggi la materia prima è destinata principalmente alle distillerie francesi, "con questo progetto di filiera - spiega Silvia Scaramuzzi, docente di Economia ed estimo rurale all'Università di Firenze - si sta cercando di trovare una soluzione soprattutto per cercare di trattenere un maggior valore aggiunto sul territorio toscano, almeno raggiungendo la fase di distillazione del prodotto. Oggi i produttori toscani, benché legati in cooperativa, si trovano a dover accettare il prezzo imposto da coloro che si trovano a valle della catena del valore".
    L'iris coltivato in Toscana, dove la produzione si attesta fra le 25 e le 28 tonnellate annue, è considerato il più pregiato al mondo, ma spesso viene "tagliato" con materia prima proveniente da Cina e Marocco, dove il prodotto ha un costo di produzione molto minore. Anche per questo la domanda per l'Igp è stata concepita, completata, e presentata alla Regione: attualmente è in fase di revisione, e c'è l'ipotesi di lavorare a un marchio collettivo geografico, "quindi diciamo che c'è una piena consapevolezza - sostiene Scaramuzzi - della necessità di trovare degli strumenti che possano tracciare il prodotto, e possano impedire soprattutto alle industrie utilizzatrici di abusare del nome e dell'origine per appropriarsi di valore aggiunto".
    Per i promotori del Progetto integrato di filiera, finanziato dalla Regione Toscana nell'ambito del Psr 2014-20, la valorizzazione dell'iris può inoltre essere il punto di partenza per lo sviluppo e la promozione dell'intero patrimonio culturale del territorio, con effetti positivi su altre attività economiche locali a partire dal turismo rurale.
   

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