Un mondo al crepuscolo. Un ragazzo
che uccide, che si scorda di averlo fatto e che continua a
uccidere. In mezzo ci sono deserti di polvere, vagabondi
notturni, paesaggi sconvolti e indimenticabili. Mentre una
Bestia misteriosa li insegue, Lucius e il suo passero vanno
dritti verso il cuore della notte. Senza speranza. Perché in
quel piccolo assassino c'è tutta l'umanità residua, un passaggio
di testimone dall'uomo ai paesaggi deserti. Con 'Neghentopia',
libro di Matteo Meschiari, Exorma Edizioni, infatti si entra nel
buio di una parabola sull'oblio, sul potere distruttivo
dell'uomo, sul male di un'epoca che divora i propri figli pur di
allungarsi la vita di qualche attimo.
Il volume presentato nei giorni scorsi a Rovereto, in
Trentino, testo è un'allegoria sul rapporto impossibile tra
civiltà e lato selvatico. Ogni azione, come in un film, è
accompagnata dalla citazione di un brano musicale: l'elettronica
di nicchia degli anni '70 e '80, Brian Eno, il punk rock cinese,
il canto tradizionale mongolo.
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