(di Enrica Battifoglia) (ANSAmed) - ROMA, 23 AGO - Il satellite europeo Aeolus scalda i muscoli per dare la caccia ai venti e scoprirne i segreti al punto da promettere una rivoluzione nella meteorologia. Proprio il forte vento in alta quota aveva imposto, il 21 agosto, di rinviare il lancio del satellite dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), uno dei più complessi e tecnologicamente avanzati mai realizzati e costruito da un gruppo di aziende europee guidato da Airbus Defense and Space. Il lancio, dalla base europea di Kourou, è avvenuto alle 23.20 italiane del 22 agosto.
"Aeolus è un satellite molto innovativo, studierà gli aspetti ambientali e climatici legati ai venti", ha rilevato Simonetta Cheli, capo dell'Ufficio di coordinamento del direttorato dell'Esa per l'Osservazione della Terra. Tra gli strumenti più all'avanguardia c'è Aladin (Atmospheric LAser Doppler INstrument): è un lidar, ossia una sorta di radar che invia impulsi luminosi anziché radio e lo strumento che li trasmette, costruito negli stabilimenti della Leonardo a Campi Bisenzio e a Pomezia, è il più potente trasmettitore laser nell'ultravioletto mai costruito per un'applicazione spaziale. "Nessuno strumento del genere è mai stato nello spazio finora - ha aggiunto Cheli - e la sua importanza è fondamentale: il suo compito è ricostruire i profili globali dei venti con una precisione accurata", grazie a ben 80 funzioni ottiche".
Le attese dei meteorologi di tutto il mondo sono grandissime, tanto che sono arrivati a Kourou per assistere al lancio i rappresentanti dell'organizzazione europea per l'utilizzo dei dati meteo da satellite, Eumetsat, e del Centro europeo le previsioni meteo di medio periodo (Ecmwf). A salutare il 12/o lancio del razzo Vega, costruito in Italia dalla Avio, ci sono anche l'astronauta dell'Esa Samantha Cristoforetti, il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Roberto Battiston, e l'amministratore delegato di Avio, Giulio Ranzo. Aeolus è un apripista verso la meteorologia del futuro, ma resta un satellite scientifico e un dimostratore tecnologico. Una missione operativa richiederebbe infatti più satelliti e continuità. A differenza degli altri satelliti per l'osservazione della Terra, attivi a una quota di circa 800 chilometri, Aeolus sarà molto più vicino, a 320 chilometri, con 16 passaggi al giorno al ritmo di 1 ogni 90 minuti. Una volta in orbita, il satellite dovrà affrontare una prima fase di test fino a ottobre e una seconda fino a gennaio 2019, per essere pienamente operativo fra marzo e aprile. (ANSAmed).
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