Gli internati del lager di Bolzano
chiamavano Hilde Lächert "la tigre". Le brutalità a cui
sottoponeva soprattutto le detenute ebree non avevano limiti.
Ora, a oltre 70 anni di distanza, grazie alla scoperta di una
nuova documentazione, proveniente soprattutto dal National
Archives di Washington, lo storico Costantino di Sante
ricostruisce per la prima volta la storia del campo di
concentramento dalla sua istituzione, nell'aprile del 1944, fino
all'immediato dopoguerra.
Il suo libro "Criminali del campo di concentramento di
Bolzano" (Edition Raetia, 322 pagine, 24 euro) è corredato da
foto inedite dei criminali, documenti e disegni originali della
tipografia del campo, in cui furono internate circa 9.500
persone e da dove 3.802 internati vennero deportati verso i
lager Oltrebrennero. Un libro che fa luce su aspetti inediti di
uno dei principali campi di detenzione nazista nell'Italia
occupata. Finita la guerra, dopo appena 8 anni carcere, Lächert
tornò a Berlino e divenne una spia della Cia.
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