Sono passati 21 anni, ma il Trentino
non dimentica la strage del Cermis, con celebrazioni oggi a
Cavalese. Furono venti i morti, quando un aereo militare Usa
tranciò i cavi della funivia di Cavalese, volando troppo basso.
Era il 3 febbraio 1998 quando una cabina con sette turisti
tedeschi, cinque belgi, due polacchi, due austriaci, un olandese
e tre italiani finì in un mucchio di lamiere accartocciate sulla
neve. I cui parenti furono risarciti dagli Usa con un totale di
40 mln di dollari.
Erano passate da poco le 15 e la cabina gialla della funivia
era a 400 metri dall'arrivo, a 100 metri d'altezza, prima di
schiantarsi sulla valle dell'Avisio. Nessuna colpa per la strage
fu attribuita ai quattro marine dell'aereo. Due vennero
giudicati non colpevoli, perché non erano ai comandi. Il
capitano venne condannato a sei mesi di carcere per avere
distrutto un video del volo e all'espulsione dalla marina, senza
pensione. Il copilota, che ammise di avere bruciato il nastro,
venne radiato ed evitò il carcere.
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