"Mi volevano spedire nell'aldilà,
da campo di concentramento a campo di concentramento. Oggi,
invece, sono ancora qui, sono sopravvissuto a gran parte dei
responsabili di allora". Lo dice Marko Feingold che il 28 maggio
compie 106 anni, nel libro intervista "Unfassbare Wunder" della
giornalista Alexandra Föderl-Schmid e del fotografo Konrad Rufus
Müller con 25 superstiti della Shoah.
L'austriaco è sopravvissuto a ben quattro campi. Dopo la
guerra, quando l'Austria chiuse le frontiere agli ebrei diretti
in Palestina, Feingold con uno strattagemma portò
complessivamente 100.000 persone verso sud, attraverso il
Brennero, spacciandoli per ex internati italiani. Quando anche
questa rotta fu chiusa, individuò un sentiero di alta montagna
tramite il passo dei Tauri. In questo modo, nell'estate 1947,
5.500 adulti, bambini e anziani raggiunsero l'Alto Adige, per
poi imbarcarsi verso la Palestina. Si definisce credente poco
praticante: "Vista la serie di coincidenze nella mia vita,
qualcosa deve esserci".
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