La Cassazione si è pronunciata in
via definitiva sulla questione del pagamento del "cambio
divisa", dando piena ragione alla Uil Fpl Sanità del Trentino.
Un battaglia iniziata nel 2011 dal momento che il sindacato ha
sempre ritenuto doveroso il riconoscimento economico del tempo
dedicato alla vestizione in concomitanza del turno di lavoro.
È infatti obbligo del personale indossare la divisa sul luogo
di lavoro, utilizzando quella fornita dall'Apss, per norma
contrattuale e per imprescindibili esigenze aziendali di igiene.
Le indicazioni aziendali, in particolare, impongono il cambio
sul luogo di lavoro ove sono disponibili divise pulite e dove
devono essere lasciate alla fine del turno quelle usate. Per il
sindacato il tempo impiegato per questa attività va remunerato,
mentre l'Apss lo ha sempre negato.
Un concetto ribadito dalla Suprema Corte, che ha confermato
pienamente la precedente sentenza della Corte di appello e ha
condannato l'Azienda sanitaria alla rifusione delle spese di
lite.
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