"Pronti allo sciopero per fermare
le attività non essenziali". Lo annunciano Cgil, Cisl e Uil del
Trentino, che verificheranno "azienda per azienda" la condizione
dei lavoratori e segnaleranno "al Commissariato del governo
tutti i casi in cui non si rispetta il protocollo sulla salute e
la sicurezza". Dalle elaborazioni eseguite dalla Fim Cisl del
Trentino, la serrata obbligatoria coinvolgerà oltre 90.000
dipendenti del settore privato e circa 8.500 imprese per un
valore della produzione annuo di 14 miliardi di euro. Si tratta
di aziende che mobilitano salari e stipendi per un totale del
costo del lavoro di circa 1,7 miliardi di euro l'anno.
Saranno invece quasi 70.000 i dipendenti del settore privato
(57% del totale) che potranno continuare a lavorare (salvo
chiaramente le chiusure e le rimodulazioni già decise
autonomamente dalle imprese, in molti casi già effettuate prima
del decreto di ieri).
"Possono restare aperte solo quelle realtà che anche sul
nostro territorio producono beni e servizi essenziali. In tutte
le altre aziende la produzione deve essere sospesa. Siamo pronti
a sostenere e organizzare la mobilitazione delle lavoratrici e
dei lavoratori in tutti quei luoghi di lavoro dove non si
rispetta questo principio. La priorità è fermare il contagio e
tutelare la salute degli addetti", scrivono i tre segretari
generali, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti,
condividendo anche a livello provinciale le preoccupazioni e la
delusione per la scelta del Governo di ampliare l'elenco delle
attività che potranno continuare ad operare.
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