Nel giro di una decina di giorni
due fratelli trentini, entrambi guide alpine ed esperti
alpinisti, sono stati soccorsi mentre facevano attività
all'aperto e rischiano sanzioni per non aver rispettato i
divieti. Non il massimo dell'esempio da parte di due
professionisti del settore in un momento in cui uscire di casa è
limitato alle esigenze essenziali e lo sport è sostanzialmente
proibito, non solo per il rischio di contagio dato dalla
pandemia da Covid 19, ma anche per non sovraccaricare le
strutture ospedaliere, già oberate di lavoro, in caso di
infortuni.
Il primo dei due è stato recuperato lo scorso 21 marzo nella
zona di Passo Campo Carlo Magno, dove si era diretto per una
passeggiata sulla neve. Un malore però lo aveva colto
all'improvviso ed era stato salvato grazie ad alcune persone
uscite con il cane a fare due passi. L'uomo, recuperato in
elicottero, era stato trasferito prima a Tione e poi
all'ospedale di Trento. La guida alpina aveva anche chiesto
scusa per il suo gesto, che però non deve aver influenzato più
di tanto il fratello, guida alpina pure lui. Questi, ieri
pomeriggio, è scivolato per diversi metri mentre stava
praticando in solitaria la scalata di una parete di roccia
utilizzando l'attrezzatura da ghiaccio in una falesia nei pressi
di Madonna di Campiglio. Raggiunto dai soccorritori e
dall'equipe medica e, con il verricello, portato a bordo
dell'elicottero, l'uomo è stato trasportato all'ospedale Santa
Chiara di Trento. Sull'episodio, che tiene banco sui siti
specializzati in alpinismo e montagna, è intervenuto il
presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti,
che ha sottolineato come il protagonista dell'episodio abbia non
solo contravvenuto alle norme sul coronavirus, ma costretto i
soccorritori del '118' ad un intervento da evitare in tempi di
emergenza sanitaria.
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