Le misure di distanziamento sociale
hanno permesso alla Cina di fermare la diffusione del
coronavirus e i bambini sono risultati meno suscettibili degli
anziani all'infezione. Sono questi i risultati di uno studio di
un team internazionale guidato dalla Fondazione Bruno Kessler di
Trento e dalla Università Fudan di Shanghai, pubblicato sulla
rivista Science.
Lo studio ha evidenziato una riduzione di 7-8 volte del
numero di persone contattate al giorno durante il periodo del
lockdown a Wuhan e Shanghai, e ha anche messo in luce che i
bambini sono circa 4 volte meno suscettibili all'infezione degli
anziani. Tramite l'utilizzo di modelli matematici, gli autori
hanno stimato che tale riduzione dei contatti da sola è
sufficiente a contenere la diffusione di Covid-19.
"Chiedendo a circa 2.000 abitanti di Wuhan e Shanghai di
compilare un diario dei propri contatti giornalieri prima e
durante il lockdown cinese - spiega Marco Ajelli, della Fbk, che
ha coordinato lo studio - siamo stati in grado di stimare il
cambiamento nel numero e tipo di contatto effettuato dalle
persone durante l'implementazione delle misure di distanziamento
sociale". "Il numero di contatti - prosegue Ajelli - è calato
da 14-19 al giorno prima dell'inizio dell'epidemia a circa 2
contatti al giorno, la grande maggioranza dei quali con i propri
familiari. Inoltre, analizzando i dati su oltre 7.000 contatti
di 136 casi di covid-19, siamo stati in grado di stimare che i
bambini hanno un rischio di infettarsi di circa 3 volte
inferiore rispetto agli adulti e di ben 4 volte inferiore
rispetto agli anziani. Tramite l'utilizzo di modelli di
simulazione al computer, siamo stati poi in grado di mostrare
come la politica di distanziamento sociale adottata in Cina sia
stata in grado di controllare la diffusione dell'infezione".
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