"La notizia del progetto e dei
lavori relativi alla nuova strada forestale, di collegamento tra
Malga Crel e Malga Scanaiol, prevista all'interno del Parco
naturale Paneveggio - Pale di San Martino e la conseguente
distruzione di un'importante arena di canto di gallo cedrone,
hanno il gusto amaro di un brusco risveglio, di un violento
ritorno alla realtà". Così la Sat, in una nota, a proposito del
nuovo progetto collegato alla ricostruzione post tempesta Vaia:
una strada forestale, l'ennesima, progettata e realizzata con
l'urgenza dettata "dalla necessità di prelevare dal bosco quanto
più legname e quanto più in fretta possibile, per salvare la
produzione e prevenire possibili pullulazioni di bostrico".
"Una progettazione d'urgenza, volta a massimizzare la resa,
senza alcuna ulteriore riflessione sugli altri valori e sulle
funzioni dell'arena di canto stessa, che il tracciato interessa,
incurante degli elevati impatti che questa avrebbe su specie
autoctone di rilievo e sugli habitat interessati. Una strada che
non serve a null'altro se non a recuperare legname schiantato,
un'opera definitiva dettata da un'esigenza momentanea - prosegue
la Sat - da realizzare all'interno di una "Zona speciale di
conservazione", dentro un'arena di gallo cedrone, in una delle
zone più importanti del Trentino e delle Alpi Orientali per la
conservazione dei tetraonidi. Una strada che, per assolvere alle
mere funzioni di cui sopra, avrebbe potuto (e forse dovuto)
avere una lunghezza assai più ridotta, evitando le zone più
delicate".
La Società degli alpinisti tridentini si chiede inoltre
"come sia possibile che la Provincia autonoma di Trento,
antesignana della selvicoltura naturalistica, della
multifunzionalità di un bosco sempre più parte integrante
dell'esperienza di eco-vacanza in Trentino, possa lasciare che
la pianificazione forestale, anche se in emergenza, si dimostri
così miope da valutare e considerare il bosco come superficie
esclusivamente produttiva".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA