L'Rna diventa arma e bersaglio, al
tempo stesso, nella lotta ad alcune malattie neurodegenerative.
Un problema che, con il progressivo invecchiamento della
popolazione, è diventato una priorità per la salute pubblica a
livello mondiale. Il meccanismo, che si inserisce nella vasta
ricerca scientifica internazionale sulle terapie geniche, ha
ottenuto la concessione di un brevetto valido in Europa e negli
Stati Uniti d'America. A coordinare la ricerca dell'Università
di Trento è Michela Denti, che da oltre 10 anni conduce studi
nel settore delle malattie neurodegenerative, soprattutto quelle
a base genetica.
Subito una premessa: "Non voglio illudere persone malate,
familiari, associazioni. Preciso che per arrivare a una terapia
servono ancora tanta ricerca, tempo, investimenti". L'invenzione
di Michela Denti, professoressa di biologia applicata, e delle
ricercatrici Giuseppina Covello e Kavitha Siva, consiste in una
terapia molecolare a base di Rna per malattie neurodegenerative
(denominate Taupatie), causate da anomalie di una precisa
proteina e associata alla stabilità dei microtubuli e quindi al
buon funzionamento di alcuni processi della memoria.
Le molecole oggetto dell'invenzione si propongono di essere
un approccio mirato per una demenza ereditaria precoce, che
insorge entro i 60 anni di età, ma le applicazioni potrebbero
riguardare varie patologie dovute ad alterazioni della proteina
Tau. Esempi sono la malattia di Huntington, la distrofia
miotonica, ma anche lo stesso morbo di Alzheimer.
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