Enormi teli geotessili stanno
ricoprendo anche quest'anno il ghiacciaio al confine tra Valle
Camonica, in Lombardia, e Val di Sole, in Trentino. L'obiettivo
è contrastare l'arretramento della superficie dei ghiacci. Un
lavoro che, in 12 anni, ha prodotto "una riduzione
dell'ablazione del 52%", come indica uno studio dell'Università
del Trento. Il progetto, nato nel 2008 grazie alla
collaborazione con la Provincia autonoma di Trento che
finanziava i teli e la produzione della neve, dal 2015 prosegue
per iniziativa della società Carosello che ha progressivamente
esteso, negli anni, la superficie di ghiacciaio coperta dai teli
geotessili. Erano 40.000 metri quadrati nel 2014 e sono
diventati 100.000 nell'estate 2019. In media, lo spessore di
ghiaccio che rimane sotto i teli alla fine dell'estate si aggira
sui 2,5/3 metri.
"L'idea dei teli - spiega in una nota il presidente della
società Carosello, Davide Panizza - è nata a partire da un
programma sperimentale con le università di Trento e di Milano
per ridurre o comunque diminuire l'ablazione. Hanno la funzione
di mantenere una temperatura inferiore al di sotto, riflettendo
la luce solare e riducendo così la temperatura della neve: li
stiamo applicando dal 2008 con ottimi risultati".
La strategia anti-scioglimento non si limita però ai soli
teli estivi. D'inverno (o non appena le temperature lo
permettono) 10 cannoni sparaneve con una portata oraria di 220
metri cubi entrano in funzione. L'innevamento programmato
utilizza l'acqua di un adiacente bacino idrico naturale. Il
processo dura fino a marzo inoltrato e serve a proteggere il
ghiaccio sottostante.
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