Le Università di Trento e di
Firenze contro il deep fake, cioè la manipolazione di video e di
immagini tramite tecniche avanzate di intelligenza artificiale,
usati soprattutto per creare falsi di persone molto note, che
possono dare luogo a truffe, casi di revenge porn, cyberbullismo
o altri crimini informatici. Il progetto si chiama Unchained
(Uncovering media manipulation chains through container and
content detectable traces) e ha l'obiettivo di rilevare in rete
contenuti multimediali manipolati e potenzialmente diffamatori e
la loro tracciabilità. È stato finanziato dalla Darpa, agenzia
governativa del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti
incaricata dello sviluppo di nuove tecnologie, in un bando
sull'utilizzo dell'intelligenza artificiale nel contrasto ai
raggiri (AI Explorations Reverse Engineering Deceptions).
Trento porta soprattutto le competenze maturate nell'analisi
del viso umano e del segnale e si concentra quindi sul
contenuto, mentre l'Università di Firenze dà il proprio
contributo con l'analisi del formato. L'unità di ricerca
dell'Università di Trento è guidata da Giulia Boato,
professoressa del Dipartimento di Ingegneria e Scienza
dell'Informazione dell'Ateneo: "Il nostro lavoro consiste nello
sviluppare algoritmi, basati sia su analisi statistiche sia su
paradigmi di deep-learning, adatti a scandagliare e ripercorrere
tutta la catena del dato multimediale. L'investigazione forense
ha bisogno della ricostruzione complessiva. Solo così possiamo
dare un supporto ai servizi di intelligence, per la polizia
postale e per tutti gli attori preposti a tracciare contenuti
falsi e malevoli", spiega.
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