Va avanti da 40 giorni lo sciopero della fame di Barbara Nosari e Stefania Sbarra, due attiviste animaliste valtellinesi che hanno scelto questa forma estrema di protesta per chiedere che gli orsi che si trovano al Casteller vengano liberati e che la struttura venga definitivamente chiusa.
Nosari e Sbarra hanno spiegato le loro ragioni davanti al palazzo della Provincia, in piazza Dante: "Andremo avanti a oltranza, non intendiamo cedere.
Non vogliamo essere complici
della sistematica violazione dei diritti della popolazione di
orsi, qui perseguitati da tempo. Vogliamo che agli orsi del
Trentino dia riconsegnato lo status di popolo dei boschi e non
vengano più sottratti loro habitat, cibo, tranquillità e
libertà". Le attiviste ritengono che il progetto Life Ursus non
sia stato attuato e gestito in modo oculato e che anche gli
ultimi episodi di aggressione a danno delle persone siano da
vedere in un'altra prospettiva: "Non esistono gli orsi
problematici, semmai c'è stato un processo di reintroduzione in
particolari contesti che non ha funzionato. Per quanto ci
riguarda - aggiungono le attiviste - andrebbe introdotto il
reato di provocazione da parte dell'uomo nei confronti di questi
animali che spesso, anche indirettamente a seguito di pratiche
non corrette, vengono indotti ad avvicinarsi ai centri abitati".
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