I ricercatori dell'Istituto
superiore di sanità (Iss) hanno dimostrato la persistenza degli
anticorpi che bloccano la proteina "spike" del virus Sars-Cov-2
nelle persone che hanno contratto l'infezione. Il dato è emerso
sulla base dei test sierologici effettuati su un campione di
circa 7.000 persone provenienti da cinque comuni del Trentino
risultati particolarmente esposti alla prima ondata pandemica.
La notizia è stata comunicata, in video conferenza stampa, da
Giovanni Rezza, della Direzione generale prevenzione del
ministero della Salute.
"I territori rimasti in zona gialla sono stati individuati
sulla base di una serie di indicatori relativi sia alla
diffusione del virus, sia in relazione alla risposta ai contagi.
Chi si trova in zona gialla è perché ha avuto maggiore
resilienza e vi è stata una buona risposta del sistema
sanitario", ha aggiunto Rezza, rispondendo a una domanda del
presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti,
in merito alla situazione epidemiologica locale. Secondo quanto
rilevato da Rezza, si tratta comunque di "un processo dinamico",
e la situazione è soggetta a cambiamenti in relazione
all'andamento dei contagi.
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