Lunedì 11 gennaio, in segno di protesta baristi e ristoratori consegneranno i loro grembiuli al Commissario del Governo di Trento, dopo aver percorso le strade del capoluogo in corteo con le automobili. Incertezza, assenza di programmazione, obblighi e divieti, orari ristretti e penalizzanti, incassi azzerati ma spese costanti, ristori insufficienti: sono queste le principali criticità degli esercenti, non solo in Trentino.
Le ulteriori restrizioni del periodo natalizio hanno ulteriormente aggravato la situazione, esasperando gli imprenditori e l'intero settore. Confcommercio e Confesercenti del Trentino hanno raccolto l'esasperazione di molti associati e scenderanno in piazza per una manifestazione che metta sul tavolo di Governo e Provincia le esigenze delle aziende del settore, "ormai non più rimandabili", dicono i rappresentanti di categoria.
"I numeri parlano chiaro e riguardano soprattutto il mondo delle piccole e medie imprese, vera spina dorsale dell'economia del territorio. Il turismo sta attraversando un periodo veramente buio e la luce in fondo al tunnel sembra ancora parecchio lontana. Bar e ristoranti continuano a tenere la serranda abbassata se non per l'asporto e il domicilio e hanno perso un miliardo di fatturato al livello nazionale solo tra Natale e Capodanno", dice Massimiliano Peterlana, ristoratore e presidente di Fiepet Confesercenti del Trentino. "La situazione è critica", dicono i presidenti delle associazioni dei pubblici esercizi e dei ristoratori aderenti a Confcommercio Trentino, Fabia Roman e Marco Fontanari. "Con questa manifestazione vogliamo che vengano puntati i riflettori sulle nostre imprese, sui collaboratori e sull'intera filiera della somministrazione di alimenti e bevande. Abbiamo bisogno di poter lavorare. Se ci viene imposto di chiudere, abbiamo bisogno di ristori adeguati.
Abbiamo bisogno, soprattutto, di certezza: navigare a vista è una condizione che aggiunge ulteriori difficoltà ad una situazione già drammatica per molte aziende", aggiungono.
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